I senatori Arrigoni e Ripamonti (Lega) lanciano l’appello e chiedono l’intervento del governo in difesa degli operatori

Quello delle frodi sui carburanti resta una piaga per il settore della distribuzione di carburante colpito duramente dalla crisi Covid-19. In questi anni si sono moltiplicate le richieste di una riorganizzazione del comparto, che vede la presenza di ben 24 mila stazioni di servizio (sono 22.698 quelle certificate dall’anagrafe carburanti a ottobre 2020), e in generale di una semplificazione di leggi e burocrazia. Come indicato in un’interrogazione dei senatori Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega, e Paolo Ripamonti, vicepresidente della Commissione Industria a Palazzo Madama, destinata ai ministri di Economia e Transizione ecologica, quello della distribuzione dei carburanti è tra i settori più colpiti dalle misure di contenimento del Coronavirus e dal crollo dei consumi per il quale si è registrata negli scorsi mesi la chiusura del 10 per cento delle imprese e resta alto il rischio per i titolari di essere vittima di casi di usura e riciclaggio. Come osservato dai senatori Arrigoni e Ripamonti “nel comparto i cambi di proprietà sono sempre più frequenti, soprattutto nelle regioni dove i fenomeni di infiltrazione mafiosa sono più comuni, e l’allerta su un incremento di frodi carburanti nel primo semestre del 2020 è stato segnalato dal rapporto della Direzione investigativa antimafia”. I due senatori ricordano come per contrastare il fenomeno negli ultimi cinque anni nel settore dei carburanti sia “stata introdotta una mole di norme che non ha precedenti nella storia del diritto tributario”. Arrigoni e Ripamonti fanno notare come “le aziende oneste se ne sono fatte totalmente carico, sia dal punto di vista economico che da quello operativo, anche se la percezione diffusa è che i risultati in termini di antifrode di queste misure siano modesti e che in tale contesto gli operatori continuino a lavorare in un mercato fortemente inquinato dall’illegalità, sempre più oppressi da una quantità spropositata di obblighi”.

In questo contesto, i due senatori propongono al Governo e ai ministri di competenza di promuovere un’efficiente attività di contrasto all’illegalità nel settore dei carburanti, attraverso l’istituzione di una “cabina di regia” che potenzi “l’azione di controllo e repressione con iniziative congiunte e strettamente coordinate tra tutti gli organi dello Stato, oltre a riconsiderare l’attuale modus operandi del legislatore”. L’obiettivo è fare in modo che la strategia di contrasto alle frodi “non gravi in modo sproporzionato sul sistema delle piccole e medie imprese della distribuzione che operano nella legalità ma che si vedono estromesse dal mercato, strette nella morsa tra concorrenza sleale di matrice criminale da un lato e continui aggravi burocratici dall’altro”. Per Arrigoni e Ripamonti è “in ogni caso è necessario far precedere l’introduzione di nuove misure e adempimenti da una relazione che ne valuti l’impatto sul mercato e la correlata quantificazione dei costi, prevedendo forme di incentivo, compensazione e ammortamento”.

Come indicato dall’ultimo Libro Blu dell’Agenzia Dogane e Monopoli pubblicato nel settembre 2020 tra gli illeciti più frequenti figurano sono le frodi sull’Iva realizzate attraverso l’uso di false dichiarazioni di intento. A cui si aggiungono l’utilizzo di missing trader ovvero le cosiddette frodi carosello, volte a realizzare attività economiche fittizie al fine di ottenere crediti di imposta. Nel rapporto, che fa riferimento ai dati del 2019, sono cresciute anche i fenomeni di contrabbando dei “designer fuels”, miscele idrocarburiche di gasolio e oli di diversa natura che vengono appositamente confezionate per essere classificate sotto il profilo merceologico come preparazioni lubrificanti o solventi/diluenti con l’obiettivo di poterle escludere dal regime fiscale e dagli altri obblighi previsti per i prodotti energetici.